Formichine presuntuose

Formichine presuntuose

Che sia la serata giusta per scrivere? Non penso, ho già sonno. Tutto procede nella norma (non c’è molto di “normale” in ciò che sono o faccio). Come sempre, avrei da scrivere all’infinito, avrei da parlare per ore, ma diciamocelo: non importa. Scrivo, leggo, suono, fumo, mangio, bevo, dormo, lavoro al blog, per cosa? Per ritrovarmi un giorno a riconoscere il fatto di non far nulla di “Speciale”, nulla degno di nota, nulla. Effettivamente comincio a pensare che non esista un qualcosa degno di nota, gli eventi rotolano in una discesa senza fine, in un moto senza fine: scorrono, e nessuno è capace di fermarli per sempre nella propria mente. Formichine presuntuose, questo siamo?

Esco, mi diverto, torno, e il divertimento è finito; esco, lavoro, torno, e il lavoro è finito; esco, suono, torno e la musica è finita; un giorno uscirò, farò qualcosa, ma non tornerò, tutto avrà fine (questo è ciò che accadrà a tutti quanti). Fine. Morte di una formichina presuntuosa, forte e delicata allo stesso tempo, stronza e meschina, docile e futile, tenera e impaurita, sola in mezzo a miliardi di formichine presuntuose, forti e delicate, stronze e meschine, docili e futili, tenere e impaurite, ma sole.

Ritorno a letto, pare non sarà nemmeno questa la serata in cui riuscirò a convincermi dell’utilità di questo blog.

Sono tornato, sperando sia rimasto qualcuno

Nobody

Già, è passato parecchio tempo dall’ultima volta che ho messo piede qua, in questo blog tutto nero e bianco, probabilmente specchio fedele della mia anima: so che qualcuno è rimasto all’ascolto, talvolta visitando queste pagine per leggersi i miei pensieri, e ciò mi fa piacere (per quelle poche persone che ho potuto “conoscere” tramite questo blog). Oggi ho aggiornato il “motore”, la grafica è rimasta pressoché uguale (mi piace e penso non la cambierò mai) ma è cambiato tutto il resto. Morale? Ho perso tutti i commenti ai posts ma, avendo copiato articolo per articolo, spero non me ne vogliate, non ho avuto tempo e voglia di copiarmi commento per commento: mi spiace perché, alcuni interventi, erano davvero interessanti!

Per chi si fosse chiesto come sto, sto bene, sto male, insomma sto (o meglio, ci sto): alti e bassi, destre e sinistre, sole e nuvole. Oggi ho poca voglia di scrivere, probabilmente per il fatto di aver “perso” molto tempo a sistemare la struttura del blog, ma mi rimetterò al più presto a sfogare le mie rabbie, a raccontare le mie paure, a sfoderare le mie armi (quasi sempre utilizzate contro me stesso) e ad amare e odiare questo mondo, che un giorno diventerà completamente inutile (non sono pessimista, c’est la vie).

Riprendo i contatti: toc toc, è rimasto qualcuno?

Domande del tipo: che odore ha la mente?

London

Volevo scrivere moltissime cose, ed invece non mi son fatto più sentire: poco importa, a molti. In questi giorni mi sto odiando più del solito, mi sto osservando allo specchio sempre con più stupore. Sento di non essere la persona che ho sempre voluto diventare. Ascolto, per l’ennesima volta, i miei occhi stanchi, che mi implorano, che dichiarano il buio imminente (ho sonno), ma questa volta voglio resistere: voglio scrivere, anche se sono le 4.09 del mattino, anche se non ho nulla in particolare da scrivere, anche se ormai ho ben poco da scrivere.

Son qua che mi sto chiedendo: “Cosa potrei scrivere di diverso?”, “Perchè i miei pensieri son sempre quelli?”. Eppure durante il giorno e durante la notti insonni, penso a moltissime cose, e mi sembrano, ogni volta, così diverse: ogni pensiero si rende così confuso, e si mescola con tutti gli altri pensieri creando una soluzione torbida, inodore: già, la mente, che odore ha la mente? Questo tipo di domande solcano le vie delle mie riflessioni più stanche, terribilmente noiose, ma che non si fermano mai.

Nel frattempo, nel bene e nel male, organizzo la mia dipartita dall’Italia, solo per un breve soggiorno all’estero: ne ho bisogno, devo alimentare il mio essere con qualcosa di nuovo, di puro, di diverso, di autentico, e qual’è la cosa migliore se non un viaggio nella nebbia e nella pioggia londinese? Già, ho bisogno del crepuscolo di quella città, ho bisogno delle sue luci colorate del centro che si riflettono opache nella nebbia, ho bisogno della calca di gente sui marciapiedi, ho bisogno di fumare una sigaretta alla finestra di un palazzo osservando la strada notturna semi deserta, ho bisogno di osservare il cielo, anch’esso notturno, di Londra, per sentirmi di nuovo al sicuro. So già che non avrò molto tempo da dedicare a me stesso, purtroppo verranno con me altre persone, e se da una parte mi rincuora il fatto che ci sia ancora qualcuno che voglia seguirmi, dall’altra sono preoccupato: so già che arriverà il momento in cui mi accenderò una sigaretta e vorrò starmene per i fatti miei, so già che vorrò incamminarmi da solo girando l’angolo di un palazzo in una via di un quartiere sconosciuto, so già che vorrò starmene solo ad osservare i volti che popolano le strade, e immagino già quanto sarò curioso nel scovare l’espressione strana di quello sguardo rivolto a terra di un passante qualunque; so già che vorrò rimanere da solo, con quella sigaretta, seduto su una panchina, sul ciglio della strada, ad osservare i taxi fermi al semaforo, con i loro passeggeri, per rubare lo sguardo perplesso, distratto, assente, o sorridente al finestrino. So già che vorrò salire su un autobus e starmene seduto in fondo a destra, per osservare chi sale e chi scende, puntare lo sguardo verso le luci che illuminano le finestre dei palazzi e immaginarmi storie passate, presenti e future dei loro abitanti. Ecco perchè, tempo fa, vi avevo segnalato quella specie di video, HBO Voyeur!

Ho fatto una pausa, e in effetti mi sono addormentato qualche minuto: voglio andarmene a letto, ora, ma prima voglio finire questa sigaretta. Sto osservando il quadro che ho fatto qualche settimana fa, che poi “quandro” non è: non so nemmeno come intitolarlo, se mai gli troverò un titolo. Fa niente, ora spengo, computer e mente.

Il grembo e la mano sottile di una donna, inesistente

Finalmente riesco ad aggiornare il mio blog: pensare che una volta riuscivo a postare ogni giorno, non so cosa mi sia successo. Mi sto gustando i sapori della vita, che per ora consistono in uno yogurt alla vaniglia della Muller (chiedo umilmente scusa, intendevo dire una crema di yogurt alla vaniglia della Muller, perchè non è semplicemente uno yogurt…è una crema di yogurt) e una sigaretta rollata per l’occasione. Questa sera sono veramente curioso, perchè? Perchè non so dove andrò a parare: forse sarà uno di quei posts che si ricordano per tutta la vita (deve ancora accadere al sottoscritto) oppure un post che già domani vorrò dimenticare.

Ho voglia: in questo periodo ho voglia, di tutto e di niente. Ho voglia di fare, di creare, di costruire, di mantenere; ho voglia di star fermo, oppure di distruggere, tagliare, sciogliere. Continuo a correre per il mondo, troppo grande per me, troppo generalista, troppo menefreghista, troppo poco sensibile. Ora simpatizzo con la stanchezza dei miei occhi, che si fa sentire proprio quando non dovrebbe farsi sentire. Ma proseguo.

Negli ultimi giorni ho avuto a che fare con la persona più falsa, opaca, indifferente, irrispettosa e più stronza che abbia mai incontrato: non metto nomi, non servirebbe a nulla. Non faccio commenti, potrei apparire per ciò che non sono realmente. Chiudo già questo paragrafo, passo ad altro, per sentirmi bene.

Ieri notte sono stato poco bene, erano le 4 e stranamente ero a letto. Mi sono svegliato, ho realizzato di essere a letto, fra le coperte semi-calde (non erano calde in tutti i punti, appena spostavo una gamba oppure un braccio, percepivo il freddo del tessuto rimasto lontano dal contatto con il mio corpo). Mi sono accorto di avere un pò di nausea, che forse riusciva a spiegare lo strano sogno in cui mi ero perso: ho cominciato ad odiare me stesso, per come mangio (o per come non mangio, visto che salto quasi tutti i pasti), ed ecco tornare tutta la serie dei pensieri bastardi, che non mi permettono di riprendere il sonno. Senza nemmeno rendermene conto, ho cercato un punto caldo del cuscino e ho cominciato ad immaginarmi il grembo di una donna, della mia donna, di Lei, anche se in questo periodo “Lei” non esiste: ho acceso la fiamma della fantasia che, in poco tempo, è riuscita a riscaldare il mio volto, come fosse una mano calda, sottile, pura che mi accarezzava dolcemente, rassicurandomi, confortandomi. Stranamente mi è passata la nausea e sono riuscito a richiudere gli occhi, quasi serenamente. Ricordo solamente che, da sotto le coperte, il mio corpo giaceva fermo, rannicchiato in una posizione fetale: si muoveva solo un dito, che accarezzava lentamente il cuscino, come se stessi cercando, in qualche modo, di ricambiare l’affetto di quella mano invisibile, di una donna inesistente.

Ho appena riletto le ultime frasi che ho scritto, sono ancora in balia di quelle sensazioni: osservo il mio letto, il cuscino, la coperta ripiegata sul lato destro; ho ancora voglia di rannicchiarmi in quell’angolo sicuro, per ascoltare il rumore della pioggia che tu, ora, mentre stai leggendo, probabilmente non potrai sentire. Già, perchè tu non sei me, tu non sei qui, tu non puoi vivere ciò che sto vivendo. Tu non dovresti leggere frettolosamente ciò che ho scritto, dovresti rispettare le virgole, dovresti rallentare e saper gustare, dovresti sincronizzare il ritmo della tua vita con quello dell’immensa palla denominata Terra. Ma chi sono io per dirti cosa dovresti fare? Già, nessuno, proprio nessuno.

Appare così stupido questo post: lascio i miei pensieri gironzolare liberamente per la stanza, io vado.

Citazione del sottoscritto da parte di me stesso, in una notte qualunque, facile da dimenticare

Mani

Voglio morire con la consapevolezza di aver combinato qualcosa di buono nella vita… ma per ora… sto solo morendo…

Mani