Archivio per gennaio 2008

Domande del tipo: che odore ha la mente?

venerdì, 11 gennaio 2008

London

Volevo scrivere moltissime cose, ed invece non mi son fatto più sentire: poco importa, a molti. In questi giorni mi sto odiando più del solito, mi sto osservando allo specchio sempre con più stupore. Sento di non essere la persona che ho sempre voluto diventare. Ascolto, per l’ennesima volta, i miei occhi stanchi, che mi implorano, che dichiarano il buio imminente (ho sonno), ma questa volta voglio resistere: voglio scrivere, anche se sono le 4.09 del mattino, anche se non ho nulla in particolare da scrivere, anche se ormai ho ben poco da scrivere.

Son qua che mi sto chiedendo: “Cosa potrei scrivere di diverso?”, “Perchè i miei pensieri son sempre quelli?”. Eppure durante il giorno e durante la notti insonni, penso a moltissime cose, e mi sembrano, ogni volta, così diverse: ogni pensiero si rende così confuso, e si mescola con tutti gli altri pensieri creando una soluzione torbida, inodore: già, la mente, che odore ha la mente? Questo tipo di domande solcano le vie delle mie riflessioni più stanche, terribilmente noiose, ma che non si fermano mai.

Nel frattempo, nel bene e nel male, organizzo la mia dipartita dall’Italia, solo per un breve soggiorno all’estero: ne ho bisogno, devo alimentare il mio essere con qualcosa di nuovo, di puro, di diverso, di autentico, e qual’è la cosa migliore se non un viaggio nella nebbia e nella pioggia londinese? Già, ho bisogno del crepuscolo di quella città, ho bisogno delle sue luci colorate del centro che si riflettono opache nella nebbia, ho bisogno della calca di gente sui marciapiedi, ho bisogno di fumare una sigaretta alla finestra di un palazzo osservando la strada notturna semi deserta, ho bisogno di osservare il cielo, anch’esso notturno, di Londra, per sentirmi di nuovo al sicuro. So già che non avrò molto tempo da dedicare a me stesso, purtroppo verranno con me altre persone, e se da una parte mi rincuora il fatto che ci sia ancora qualcuno che voglia seguirmi, dall’altra sono preoccupato: so già che arriverà il momento in cui mi accenderò una sigaretta e vorrò starmene per i fatti miei, so già che vorrò incamminarmi da solo girando l’angolo di un palazzo in una via di un quartiere sconosciuto, so già che vorrò starmene solo ad osservare i volti che popolano le strade, e immagino già quanto sarò curioso nel scovare l’espressione strana di quello sguardo rivolto a terra di un passante qualunque; so già che vorrò rimanere da solo, con quella sigaretta, seduto su una panchina, sul ciglio della strada, ad osservare i taxi fermi al semaforo, con i loro passeggeri, per rubare lo sguardo perplesso, distratto, assente, o sorridente al finestrino. So già che vorrò salire su un autobus e starmene seduto in fondo a destra, per osservare chi sale e chi scende, puntare lo sguardo verso le luci che illuminano le finestre dei palazzi e immaginarmi storie passate, presenti e future dei loro abitanti. Ecco perchè, tempo fa, vi avevo segnalato quella specie di video, HBO Voyeur!

Ho fatto una pausa, e in effetti mi sono addormentato qualche minuto: voglio andarmene a letto, ora, ma prima voglio finire questa sigaretta. Sto osservando il quadro che ho fatto qualche settimana fa, che poi “quandro” non è: non so nemmeno come intitolarlo, se mai gli troverò un titolo. Fa niente, ora spengo, computer e mente.