Formichine presuntuose
sabato, 10 maggio 2008Che sia la serata giusta per scrivere? Non penso, ho già sonno. Tutto procede nella norma (non c’è molto di “normale” in ciò che sono o faccio). Come sempre, avrei da scrivere all’infinito, avrei da parlare per ore, ma diciamocelo: non importa. Scrivo, leggo, suono, fumo, mangio, bevo, dormo, lavoro al blog, per cosa? Per ritrovarmi un giorno a riconoscere il fatto di non far nulla di “Speciale”, nulla degno di nota, nulla. Effettivamente comincio a pensare che non esista un qualcosa degno di nota, gli eventi rotolano in una discesa senza fine, in un moto senza fine: scorrono, e nessuno è capace di fermarli per sempre nella propria mente. Formichine presuntuose, questo siamo?
Esco, mi diverto, torno, e il divertimento è finito; esco, lavoro, torno, e il lavoro è finito; esco, suono, torno e la musica è finita; un giorno uscirò, farò qualcosa, ma non tornerò, tutto avrà fine (questo è ciò che accadrà a tutti quanti). Fine. Morte di una formichina presuntuosa, forte e delicata allo stesso tempo, stronza e meschina, docile e futile, tenera e impaurita, sola in mezzo a miliardi di formichine presuntuose, forti e delicate, stronze e meschine, docili e futili, tenere e impaurite, ma sole.
Ritorno a letto, pare non sarà nemmeno questa la serata in cui riuscirò a convincermi dell’utilità di questo blog.