Archivio per ottobre 2007

Una mattina, mi son svegliato

lunedì, 29 ottobre 2007

Mi spiace per quanti giungeranno a questo post e, delusi dal fatto di non trovare l’ennesima versione del testo della canzone “Bella ciao”, chiuderanno questa pagina con un’irritazione pungente.

Colazione

Questa mattina mi sono svegliato, sempre con il proposito di smettere di fumare. Ero nel letto, ad occhi aperti, e sentivo tutti i dolori e i problemi causati dal fumo, eppure, cosa ho fatto appena alzato? Ho acceso una sigaretta. Ma prima, perlomeno, sono andato in cucina. La casa era deserta, tutti stavano ancora dormendo e, stranamente, in casa c’era caldo. Dopo essermi scaldato una tazza di latte nel microonde, ho preso i cereali al cioccolato dalla dispensa, atteso un minuto e mezzo (il tempo che impiega il microonde a riscaldare il latte) e mi sono accomodato sulla sedia. Era da parecchio tempo che non facevo una colazione così, anzi, era da parecchio tempo che non facevo colazione. Sul tavolo della cucina ho trovato una rivista di attualità perciò, appena pronto il mio latte caldo, ho iniziato a sfogliarla mentre immergevo una manciata di cereali nel bianco liquido fumante. La mia attenzione però, nel silenzio mattuttino, non era rivolta agli articoli della rivista, ma ai messaggi che avevo inviato ad una persona che ho conosciuto poco più di un anno fa. Quasi consapevole del fatto che alle sei e mezza del mattino fosse sveglia per andare al lavoro, le ho inviato un messaggio per farle capire che mi mancava. La mia era una voglia di tenerezza, di coccole, e a volte capita, soprattutto quando mi ritrovo sveglio nel letto, sotto le coperte calde, la luce timida che vorrebbe entrare dalla finestra ma che non ha ancora abbastanza forza, sorretta dai primi raggi di sole, ancora prematuri. Ho continuato a mangiare i miei cereali, con lo sguardo rivolto alla finestra, dove la vista mi regalava la grazia delle forme di alcune statue poste nel cortile del palazzo di là della strada. Osservavo i loro volti, scolpiti così bene a tal punto da sentirmi quasi osservato, come se avessi difronte una platea silenziosa e io fossi su un palcoscenico di un teatro, pronto per la mia prima battuta. Ho assaporato il momento facendomi cullare dal calore della stanza, del latte, e dal sapore dei cereali, così dolce, proprio come mi sentivo in quel momento. Passati alcuni istanti, però, l’atmosfera quasi surreale ha cominciato ad inquietarmi: mi stavo alienando, per l’ennesima volta, da un mondo in cui devo, per forza di cose, vivere. La sensazione di fuga dalla realtà mi ha fatto incazzare così tanto che è riuscita persino a rovinare la magia di quel momento, perciò mi sono chiesto: “Cos’ho che non va?”. Vivo ogni giorno nella speranza di fuggire dalla realtà e, quando ci riesco, mi ritengo un fallito, un codardo, uno che è solamente capace di scappare. Questa è una delle mille e più contraddizioni che fanno parte della mia vita, del mio essere, del mio essere me stesso. Non posso far altro che attendere il giorno in cui le mie idee arriveranno ad una sintesi appropriata, sana, una sintesi che mi permetta di rinascere in una persona migliore, più forte… felice!

Questa sera scrivo

lunedì, 22 ottobre 2007
Immagine

Osservo il mondo isolato in cui sto vivendo e mi sento a disagio: non sono stato così bravo a creare il mio mondo. Ogni giorno le cose si fanno sempre più difficili, e non smetto di fumare. Questa sera uno dei miei coinquilini è completamente impazzito, nel vero senso del termine: ha assalito una mia coinquilina baciandola in bocca. Ovvio che da domani si prenderanno seri provvedimenti, l’avrei disintegrato. Poi però penso che il sottoscritto non centra molto con la faccenda perciò che se la vedano fra loro. Ora sono nella mia stanza, fredda, e mi chiedo come mai nel 2007 possano esistere ancora stanze fredde in una casa: la risposta è ovvia, perciò posso proseguire anche senza darmi una risposta precisa. Oggi ho visto i miei, per una decina di minuti, o forse meno, e qualcosa è successo: abbiamo parlato di cazzate per la maggior parte del tempo, di cose inutili, per il resto? No, non riesco a dire nulla a loro, nè di come sto, nè di cosa sto facendo (o non facendo). Questa situazione mi sta pesando moltissimo, eppure non riesco a far nulla per uscirne. Da fuori sembra tutto così facile, se mi guardassi dall’esterno capirei che solo un perfetto idiota si comporterebbe come me, eppure non riesco a “muovermi“. Forse non c’è nemmeno una motivazione esatta che possa giustificare questo comportamento, o forse è così grande che non posso comprenderla. Ascolto il silenzio della mia stanza che si abbina perfettamente al silenzio che ho dentro. Questo week end ho rifiutato parecchie occasioni per divertirmi, per divertirmi davvero, e come al solito non so perchè. A volte ripenso a qualche anno fa, a com’era la vita di appartamento universitario, e nonostante riafforino i ricordi di momenti felici, vedo tutto con amarezza: ogni ricordo è stato intinto in un liquido di amarezza. So che se anche provassi ad appendere i miei ricordi più belli ad un filo immaginario non riuscirei a cambiare le cose, li vedrei solamente gocciolare proprio di quel liquido maledetto; se potessi li asciugherei ma qualcosa renderebbe vano ogni mio tentativo.

E’ quasi l’una e, ragionando secondo la media di quest’ultimo periodo, è presto per andare a dormire: è come se avessi un altro pomeriggio davanti a me. Ho finito le sigarette, ma qualcosa mi dice che stasera è meglio che non esca a prendermene un altro pacchetto. Non riesco più a “lavorare” al pc senza fumare perciò non so quanto resisterò a scrivere, inizio a riflettere su cosa posso fare dopo. Potrei guardare un film, ma quale film sarebbe capace di catturare la mia attenzione, scarrozzarmi in un viaggio senza meta, e che mi faccia riflettere fino alla notte dei tempi? Nessuno, perlomeno nessuno che io abbia in “videoteca”. Allora potrei ascoltare della musica: è da parecchio tempo che non mi metto un paio di cuffie con una resa strepitosa e ascolto per ore della buona musica. Canzoni che riescono a stordirmi, melodie strane che mi incuriosiscono, ritmi che scandiscono il tempo meglio dell’orologio, concatenazioni di parole che pungono cervelli sensibili: non ho nulla di nuovo, e non ho voglia di intraprendere una ricerca infinita proprio questa sera. Allora cosa potrei fare? Leggere. La lettura è un altro dei miei passatempi preferiti, solitamente, ma si pone lo stesso problema degli altri due: sarò davvero così fortunato da trovare qualcosa che possa catturare la mia attenzione, qualcosa che riesca ad entrare così profondamente al punto tale da poter abbracciare la mia anima? No, non mi ritengo così fortunato, e poi non è una cosa che si può scegliere, è una cosa che arriva all’improvviso, soprattutto quando meno te lo aspetti (un film visto alla tv quando torni alla domenica mattina, una canzone che non sapevi nemmeno di avere, un libro fuori posto in uno scaffale di una libreria del centro). Qualcosa troverò da fare, non so cosa.

Perchè ogni volta che dobbiamo chiudere un post dobbiamo per forza di cose metterci alla ricerca di una frase d’effetto? Ovvio, per lasciar riflettere il lettore, ma questa volta non me la sento: rilassate la vostra mente, dedicate il vostro tempo alle vostre cose: a volte, riflettere, si rivela un compito difficile e troppo avido di risorse.

Tutto ciò lo scrivo a me stesso

sabato, 20 ottobre 2007
Corda

Cosa mi voglio scrivere questa notte? Un’idea ce l’ho: potrei scrivere del fatto che oggi non ho fatto altro che fumare una sigaretta dietro l’altra, di aver concluso poco o niente nello schema generale della mia vita, potrei scrivere di molte cose ma non servirebbe a niente. La cosa stupida è che ho fumato, non ho pranzato nè cenato (figuriamoci se ho fatto colazione), e il mio corpo non sente alcun bisogno particolare: qualcosa non va? In realtà avverto una leggera nausea, e un bruciore ai polmoni (cose già “sentite“), quindi nessuna novità. Solo che oggi sono convinto ci sia qualcosa fuori posto. Questa notte dormo da solo, mi sento un bambino impaurito. Non posso far altro che rannicchiarmi nel letto, facendomi sempre più piccolo, sotto le coperte, e ripararmi dal freddo che entra dalla finestra aperta (almeno questo fumo truffaldino se ne esce dalla stanza). Ascolto in lontanza, in strada, i rumori della notte, soffusi, quasi impercettibili. Un auto che alle 3.08 di notte passa lenta per la via, e provo ad immaginarmi chi sta alla guida, chi è? Un lui o una lei? Ma soprattutto, perchè si sta “muovendo” a quest’ora della notte? Il mondo è così misterioso nei suoi silenzi e nella sua immensità; segue meccanismi complessi e noi siamo solo dei piccoli ingranaggi, proprio come gli ingranaggi di plastica delle sorpresine dell’ovetto Kinder. Me li ricordo benissimo, quegli ingranaggi: colorati, alcuni in metallo color argento, e quello sempre più grande, di colore bianco, sopra la cui seghettatura facevo passare le punte delle dita per sentirmi pungere piano piano (trattasi di un test per sapere se si trattava di un buon ingranaggio, non ero un bambino masochista…). Gli ovetti Kinder… con quel bambino della pubblicità, anch’egli di plastica, me lo immaginavo uscire dalla catena di produzione della stessa Kinder…

Giusto per rimanere in tema, oggi la mia mente, più che esser libera, pare sia di plastica. Non solo oggi, per la verità. Sono giorni, o addirittura mesi, che i miei pensieri faticano a mettersi in ordine per dar vita ad un processo mentale razionale. I problemi sono principalmente due: sono troppi; non hanno un nesso logico. Penso a tutto e a tutti, ma non ne traggo alcuna soddisfazione. Così ascolto il mio corpo, lo ascolto in continuazione, e non faccio altro che peggiorare le cose. Attendo giorni migliori, come un idiota, e rimango nella speranza che succeda qualcosa prima di staccare la spina.

La mia nuova radio sul blog

giovedì, 18 ottobre 2007

Dio mio, quante soddisfazioni mi sta dando la mia nuova radio appena installata sul blog. Un vero portento! Si tratta di un widget di Last.fm, ho inserito i tags “classic rock” e l’ho installata nel blog. Sicuramente molti di voi conoscevano il servizio di Last.fm da molto tempo, anch’io, ma non ho mai avuto il tempo di inserire il widget nel mio blog. Pochi minuti, quelli necessari per scrivere questo post, e già sono fiero della mia scelta: sono passati i mitici Led Zeppelin ed ora sto ascoltando un “mai fuori moda” John Lennon. Sono sicuro che tutta questa musica mi aiuterà ad ispirarmi per i miei interventi futuri! Ora sta andando “Come together” dei Beatles, che Dio (se esiste, o comunque un Dio qualunque…) salvi Last.fm!!!

Il futuro, un post mai pubblicato

mercoledì, 17 ottobre 2007

Sigaretta, buona musica, a casa da solo: una di quelle situazioni che ho cercato e ottenuto per anni, ora non sono così sicuro di desiderarla. Odio rimanere da solo, la sigaretta mi fa paura, specie se abbinata a della buona musica: un cocktail micidiale, almeno lo è stato quasi un anno fa. Spengo la sigaretta e mi concentro sulla musica, un John Lennon astratto, impalpabile, ma le mie dita corrono sulla tastiera quasi stessero cercando di pizzicare le corde ed accarezzare il banco di una chitarra fantasma.

Spruzzo

Ciò che avete appena letto è l’inizio di un post mai pubblicato, lo volevo intitolare “Il Futuro“. L’ho visto fra le bozze, e mi sono chiesto: cosa volevo scrivere quella sera? A cosa stavo pensando? Perchè ho interrotto il mio lavoro e non ho mai pubblicato questo post? Mi sono posto queste e molte altre domande alle quali, come al solito, non sono riuscito a darmi una risposta. Probabilmente mi ero fermato per mancanza di tempo (ma che! di tempo ne ho, e in abbondanza!), o forse perchè mi mancava l’ispirazione per continuare (sigaretta e musica mettono sempre l’ispirazione…), e allora perchè mi sono fermato?

La domanda di oggi è: perchè ho preso l’inizio di questo post mai pubblicato e ho deciso di pubblicarlo? Forse questa sera non ho nemmeno voglia di scrivere, ho semplicemente il bisogno di riflettere, non su me stesso in generale, ma su ciò che faccio (o non faccio). In due giorni mi sono sparato quattro pacchetti di sigarette, vi sembra normale? A questa domanda mi rispondo da solo: “No! Non solo non sembra normale, ma sembra da maledetti idioti!“. Vero.

Ho freddo. In questa stanza fa freddo. Eppure la finestra è chiusa. Fa freddo. Dovrei aprire la finestra perchè c’è puzza di fumo (lo credo, ci son 4 pacchetti di sigarette fumate che stanno girando per la stanza da ieri). Ma come posso aprire la finestra se fuori fa freddo e io non voglio stare al freddo? Non ho voglia di pensare ad una soluzione, armo la mia mente di uno strumento spesse volte pericoloso: l’auto-convinzione. Ok, ora sono autoconvinto che non ci sia fumo in questa stanza, e la puzza, dov’è? Svanita, per sempre.

Ho deciso di aprire la finestra, ho le dita congelate e son sicuro che, alla prrrrrossima “errrrrrre” di prrrrrossssima (la “erre” di “prossima” è già passata…cacchio), mi si spezzeranno come cubetti di ghiaccio lanciati contro il muro. Non ho mai lanciato cubetti di ghiaccio contro il muro, potrei cominciare adesso. Magari ne nasce uno sport internazionale. “Io sono: Lanciatore di cubetti di ghiaccio”, specialità: “Contro il muro”.

Ok, cazzate a parte, oggi mi chiedo come sto. “Come sto?”. Stò! Già, oggi stò. Quasi sicuramente domani, come molti mi faranno notare, mi pentirò di aver pubblicato queste cose. Dite che siano inutili? Parole insensate in un mondo sensato? Oppure viceversa? Potreste aver tutti ragione ma dovete tenr conto del fatto che il titolo del mio blog è “La mia mente libera“, più libera di così…