Il grembo e la mano sottile di una donna, inesistente

Finalmente riesco ad aggiornare il mio blog: pensare che una volta riuscivo a postare ogni giorno, non so cosa mi sia successo. Mi sto gustando i sapori della vita, che per ora consistono in uno yogurt alla vaniglia della Muller (chiedo umilmente scusa, intendevo dire una crema di yogurt alla vaniglia della Muller, perchè non è semplicemente uno yogurt…è una crema di yogurt) e una sigaretta rollata per l’occasione. Questa sera sono veramente curioso, perchè? Perchè non so dove andrò a parare: forse sarà uno di quei posts che si ricordano per tutta la vita (deve ancora accadere al sottoscritto) oppure un post che già domani vorrò dimenticare.

Ho voglia: in questo periodo ho voglia, di tutto e di niente. Ho voglia di fare, di creare, di costruire, di mantenere; ho voglia di star fermo, oppure di distruggere, tagliare, sciogliere. Continuo a correre per il mondo, troppo grande per me, troppo generalista, troppo menefreghista, troppo poco sensibile. Ora simpatizzo con la stanchezza dei miei occhi, che si fa sentire proprio quando non dovrebbe farsi sentire. Ma proseguo.

Negli ultimi giorni ho avuto a che fare con la persona più falsa, opaca, indifferente, irrispettosa e più stronza che abbia mai incontrato: non metto nomi, non servirebbe a nulla. Non faccio commenti, potrei apparire per ciò che non sono realmente. Chiudo già questo paragrafo, passo ad altro, per sentirmi bene.

Ieri notte sono stato poco bene, erano le 4 e stranamente ero a letto. Mi sono svegliato, ho realizzato di essere a letto, fra le coperte semi-calde (non erano calde in tutti i punti, appena spostavo una gamba oppure un braccio, percepivo il freddo del tessuto rimasto lontano dal contatto con il mio corpo). Mi sono accorto di avere un pò di nausea, che forse riusciva a spiegare lo strano sogno in cui mi ero perso: ho cominciato ad odiare me stesso, per come mangio (o per come non mangio, visto che salto quasi tutti i pasti), ed ecco tornare tutta la serie dei pensieri bastardi, che non mi permettono di riprendere il sonno. Senza nemmeno rendermene conto, ho cercato un punto caldo del cuscino e ho cominciato ad immaginarmi il grembo di una donna, della mia donna, di Lei, anche se in questo periodo “Lei” non esiste: ho acceso la fiamma della fantasia che, in poco tempo, è riuscita a riscaldare il mio volto, come fosse una mano calda, sottile, pura che mi accarezzava dolcemente, rassicurandomi, confortandomi. Stranamente mi è passata la nausea e sono riuscito a richiudere gli occhi, quasi serenamente. Ricordo solamente che, da sotto le coperte, il mio corpo giaceva fermo, rannicchiato in una posizione fetale: si muoveva solo un dito, che accarezzava lentamente il cuscino, come se stessi cercando, in qualche modo, di ricambiare l’affetto di quella mano invisibile, di una donna inesistente.

Ho appena riletto le ultime frasi che ho scritto, sono ancora in balia di quelle sensazioni: osservo il mio letto, il cuscino, la coperta ripiegata sul lato destro; ho ancora voglia di rannicchiarmi in quell’angolo sicuro, per ascoltare il rumore della pioggia che tu, ora, mentre stai leggendo, probabilmente non potrai sentire. Già, perchè tu non sei me, tu non sei qui, tu non puoi vivere ciò che sto vivendo. Tu non dovresti leggere frettolosamente ciò che ho scritto, dovresti rispettare le virgole, dovresti rallentare e saper gustare, dovresti sincronizzare il ritmo della tua vita con quello dell’immensa palla denominata Terra. Ma chi sono io per dirti cosa dovresti fare? Già, nessuno, proprio nessuno.

Appare così stupido questo post: lascio i miei pensieri gironzolare liberamente per la stanza, io vado.

Un solo commento per “Il grembo e la mano sottile di una donna, inesistente”

  1. marina scrive:

    conosco la sensazione di abbandonarsi e lasciarsi portare dai pensieri.bella e avvolgente.

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